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Un cappello pieno di ciliegie

Un cappello pieno di ciliegie


"..la realtà prese a scivolare nell'immaginazione e il vero si unì all'inventabile poi al'inventato [...]. E tutti quei nonni, nonne, bisnonni, bisnonne, trisnonni, trisnonne, arcavoli e arcavole, insomma tutti quei mie genitori diventarono miei figli.Perché stavolta ero io a partorire loro, a dargli anzi ridargli la vita che essi avevano dato a me."


E non è forse questo che accade ogni volta che si scrive una biografia? Così è senz'altro per questo stupendo libro di Oriana Fallaci, Un cappello pieno di ciliegie.
Lasciamo per un momento da parte l'idea che abbiamo di questa amazzonica giornalista, le sue posizioni politiche, i suoi interventi giornalistici, i suoi libri d'attualità, le sue interviste alle persone più potenti del pianeta e concentriamoci sulla sua parte più intima, sulle memorie dei suoi avi. Questo libro racconta, infatti, la saga di quattro famiglie, i Fallaci, i Cantini, i Launaro ed i Ferrier che, attraverso vicende che si snodano in quattro secoli, portano fino alla sua nascita. E' stupendo vedere come il suo carattere determinato sia una questione genetica che ogni donna del suo passato le ha donato un po' alla volta. E' anche straordinario ripercorrere la storia d'Italia attraverso le vicende di persone che non ritroviamo nei libri di storia, ma che erano tali e quali ai nostri antenati. La dominazione francese, quella austriaca, il Risorgimento, la corsa all'oro nel Far West, l'ottusità religiosa, cattolica ma non solo, la povertà, la guerra, le piccole vicende private che i più fortunati di noi hanno potuto sentir raccontare da un nonno o da una bisnonna. Io non sono una grande appassionata di storia, ma devo ammettere che leggendo questo libro mi è venuta voglia di riscoprire il passato del mio Paese, quello che lo ha portato ad essere quello che è, a capire come il passato è il nostro presente.
Devo confessare che ho acquistato questo libro quasi due anni fa, innamorata del titolo, ma senza avere la minima idea di cosa trattasse. Poi ho scoperto che era la biografia degli antenati della scrittrice e la cosa non mi ha particolarmente entusiasmato, per cui l'ho lasciato a far la polvere sullo scaffale. Solo poche settimane fa ho deciso di aprirlo e, nonostante il volume  oneroso di pagine e una sessione di esami molto pesante, in pochi giorni l'ho terminato, incuriosita da ogni capitolo, avida di sapere cosa sarebbe successo in quello successivo e poi in quello dopo e dopo ancora. Si legge tutto d'un fiato e con malinconia lo si chiude alla fine perché, come ogni bel libro, ci lascia senz'altro un piccolo regalo, ma noi lasciamo in lui un pezzetto di noi.


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